Nel caso in cui un soggetto muoia senza lasciare testamento, si aprirà una successione legittima e la legge afferma che il patrimonio del defunto deve essere trasmesso ai parenti c.d. successibili.

Risulta quindi fondamentale sapere, da un punto di vista giuridico, cosa si intende per parentela al fine di individuare i soggetti coinvolti in una successione legittima.

La parentela,  ai sensi dell’art. 64 c.c., è il vincolo che lega i soggetti discendenti dallo stesso stipite. In altre parole, tra tutti quei soggetti che sono legati da un vincolo di consanguineità sussiste un vincolo di parentela.

In particolare, la parentela si articola in linee e gradi di parentela.

Secondo quanto disciplinato dall’art. 75 c.c., sono parenti in linea retta le persone che discendono l’una dall’altra, come per esempio padre e figlio. Si parla invece di parenti in linea collaterale quando più soggetti discendono per rami diversi da uno stesso ascendente: due fratelli, ad esempio, sono parenti in linea collaterale.

Il rapporto di parentela, poi, può essere misurata anche per gradi, ovvero in base all’intensità del vincolo familiare (art. 76 c.c.). Il codice civile disciplina che i gradi di parentela sono tanti quanti sono le generazioni in linea retta con esclusione del soggetto allo stipite.

Particolarità in materia è come la legge non riconosca il vincolo di parentela oltre il sesto grado, ad eccezione di alcune casi previsti dalla legge (come ad esempio in tema di riconoscimento di paternità ex art. 251 c.c.).

La parentela oltre tale limite, pertanto, risulta essere irrilevante per l’ordinamento.

Ovviamente, i soggetti di cui si è detto fin ora saranno destinatari di una quota di eredità in caso di successione legittima.

Per completezza, è necessario precisare che anche il coniuge benché non sia un parente è legato dal vincolo di coniugio che lo rende un erede legittimo, così come l’unito civilmente, in caso di coppie omosessuali. Pertanto entrambi sono interessati alla successione legittima.